La politica cerca il consenso ascoltando la voce degli elettori. Questa è cosa giusta se la voce degli elettori non è condizionata da promesse, illusioni e miti. Quando poi le promesse non vengono mantenute, le illusioni diventano disillusioni e i miti cadono nella vergogna, abbiamo due reazioni: l’astensione e la protesta. L’astensione e la protesta servono a poco; è il momento di impegnarsi, partecipando alla vita pubblica non solo commentando i talk show televisivi. 

I cittadini hanno bisogno, in questo periodo confuso e incerto, di una politica capace di mediazione e ascolto, di una politica faro per orientare le scelte al posto delle ideologie che sono state superate; quindi una visione non una tattica per il consenso breve e superficiale, invece di una strategia costruita su scelte di sistema puntuali e coerenti per essere efficaci anche nel medio lungo periodo

È il momento per una disciplina che regoli un nuovo modo di produrre, consumare e governare, che riequilibri la società, che riporti ogni uomo al centro della scena e che difenda veramente diritti e libertà, ascoltando e dialogando. 

La nuova idea, nuovo faro di programmazione, per rendere concreta l’affermazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile è un percorso che affronta tutti i problemi che ostacolano il progresso giusto e positivo con metodo e praticità; così il progetto politico si propone in maniera comprensibile e accessibile; cogliendo gli interessi reali dei cittadini li stimola alla partecipazione rendendo incosciente l’astensione: cittadini di nuovo sovrani e non più spettatori illusi o disillusi. 

Tutti i cittadini hanno la possibilità di cambiare le cose dal basso con due strumenti molto incisivi: votare e spendere consapevolmente sono armi micidiali; significa premiare chi ti rispetta e chi lavora per te come per tutti. 

Non serve cambiare molto per essere determinanti nell’influenzare la politica e il mercato; basta scegliere senza pregiudizi e passioni insinuate dalla pubblicità o da personaggi costruiti dai

media, soprattutto social. Votare e spendere è il momento in cui abbiamo il potere in mano e decidiamo di utilizzalo come si deve

La democrazia giusta porta risultati a tutti, nel rispetto dei meriti e dei bisogni. 

Il cittadino può avere fiducia nelle istituzioni se si sente non solo protetto ma anche sollecitato a migliorare la sua posizione accedendo a nuove opportunità. 

Il futuro è un diritto di tutti non solo dei più grandi e dei più forti. 

La divaricazione crescente tra ricchezza e povertà rende un senso di frustrazione e rabbia che produce la disgregazione del tessuto sociale dando spazio all’autocrazia salvifica dell’ordine. Le ideologie si sono moltiplicate e con esse prende piede la polarizzazione dell’informazione, una diversità perniciosa perché senza riscontro di verità e realismo. Quello che conta è la vita di tutti i giorni, il diritto alla qualità di questa vita, senza inganni da promesse disattese. 

Uno stato deve garantire quello che conta per i cittadini con un governo che abbia impegni quotidiani ordinati in una prospettiva futura: sicurezza, salute e benessere. La sicurezza con norme chiare e controlli severi, certezza del diritto e della sanzioni; la salute con un servizio sanitario senza distinzioni geografiche ed economiche, amministrato con competenza e mezzi adeguati; il benessere che soddisfi standard di vita soddisfacenti per tutti. 

Adottiamo una chiave di lettura per ogni azione, tanto economica quanto politica, domandandoci: è sostenibile?