I sussidi ambientalmente dannosi, secondo le disposizioni del Green deal europeo, devono essere soppressi. Nascondono però un corrispettivo un aumento dei prezzi di molti prodotti e servizi fondamentali tanto per le Imprese quanto per i Consumatori. Infatti sono stati introdotti per mitigare i costi di esercizio in diversi campi; ora la mitigazione è richiesta dall’ambiente al posto dei consumi.

I sussidi sono sconti  su prezzi e canoni, esenzioni e differenti trattamenti fiscali per rendere il costo energetico meno oneroso per la produzione di beni e servizi talvolta essenziali. Cancellare questi sussidi significa aumentare costi per famiglie e Imprese. Abolire finanziamenti a centrali da fonti fossili, all’autotrasporto, all’agricoltura, a componentistica, a impianti per la fertilizzazione e altro ancora significa sconvolgere molti equilibri, molte equità. 

Il logica è quella di trasferire gradualmente questi sussidi a favore delle ricerca e della educazione ai consumi; quindi sussidi che si trasformano in innovazione per raggiungere lo stesso scopo, non creare scompensi sociali che sarebbero, in questo momento, quanto mai duri per categorie più deboli già fiaccate dal Covid.

Oggi nel 2021 si può e si deve far diventare questi sconti sui consumi incentivi verso la transizione energetica; investimenti in efficienza, nelle reti, negli accumuli e nell’autoproduzione da rinnovabili, con risultati strutturali in termini di risparmio oltre che vantaggi ambientali. Queste risorse devono essere usate per stare a fianco alle imprese nel processo di transizione, alle famiglie e alle Amministrazioni.  

Quello dei sussidi è un tema complesso, basta analizzare le 51 voci rilevate da Legambiente in uno studio approfondito per un ammontare di 34,6 miliardi di euro inutilmente a sostegno di un sistema insostenibile. Oneri suddivisi tra il settore energia, il più numeroso con 24 diversi sussidi per complessivi 12,86 miliardi di euro l’anno, il settore trasporti con 15 voci e 16,6 miliardi di euro di sussidi tra diretti e indiretti, il settore agricolo con 5 voci e 3,1 miliardi di euro, quello edile con 528,8 milioni di euro l’anno e quello legato alle concessioni ambientali con 812,59 milioni di euro l’anno e 4 diverse voci da attenzionare di sussidi indiretti.  

Nel Mondo secondo l’International Energy Agency si spendono più di 500 miliardi di dollari a sostegno dei combustibili fossili che contribuiscono all’inefficienza, all’iniquità e alla produzione di esternalità negative, come l’inquinamento atmosferico e i problemi di salute. Troppo pochi gli sforzi per eliminare o rimodulare i sussidi ambientalmente dannosi, eppure rimane un tema centrale e cruciale anche per sostenere il cambiamento dei diversi settori produttivi. 

Le risorse in arrivo dal programma Next Generation EU rappresentano sicuramente una grande occasione da saper cogliere in tutti i suoi aspetti. A fianco agli investimenti sostenibili, però, è necessario sviluppare riforme in grado di spingere un cambiamento importante e radicale che nei prossimi otto anni ridisegni la nostra economia e la rilanci in una direzione più green, equa e digitale. 

REPORT LEGAMBIENTE “ STOP SUSSIDI AMBIENTALMENTE DANNOSI”