In occasione di COP 27 a Sharm El-Sheikh nel novembre 2022, l’ONU ha presentaro uno studio “L’integrità conta nell’assumere impegni per azzerare le emissioni nette da parte di enti non statali” con determinati principi e chiare raccomandazioni.
Non possiamo permetterci persone distratte, che non si limitino a parlare, ma comincino ad agire, che non diano seguito alle promesse, che predichino bene e razzolino male, che divulghino fake news. È ora di tracciare una linea rossa intorno al greenwashing.
Siamo in un momento critico per l’umanità. La finestra per limitare il pericoloso riscaldamento globale e garantire un ambiente sostenibile nel futuro si sta rapidamente chiudendo. Questa è la cruda ma inequivocabile evidenza che emerge dai recenti rapporti sui cambiamenti climatici. Stiamo facendo progressi ma siamo ancora troppo lontani da dove dobbiamo essere.
I principi guidano l’impegno per significative riduzioni delle emissioni a breve, medio e lungo termine con un percorso per azzerare le emissioni a livello globale entro il 2050, allineando gli impegni con le azioni e gli investimenti, adottando totale trasparenza nella condivisione di dati rilevanti, comparabili su piani e progressi, basati sulla scienza e sulla responsabilità di terze parti, rispettando tanto l’equità quanto la giustizia in tutte le azioni assicurando la credibilità necessaria per creare la dovuta influenza e il concreto seguito.
Le raccomandazioni entrano più nel dettaglio.
L’impegno zero emissioni nette dovrebbe essere espresso pubblicamente e rappresentare una parte chiara dello sforzo globale necessario per la mitigazione del clima, rispettando le linee guida delle organizzazioni sovranazionali preposte, IPCC o IEA.
Gli Enti non Statali (Imprese, Associazioni, Istituzioni territoriali) devono avere obiettivi di riduzione delle emissioni assolute a breve, medio e lungo termine e, se del caso, obiettivi di riduzione delle emissioni relative lungo tutta la loro catena del valore per limitare il riscaldamento a 1,5 °C senza superamento o superamento limitato; questo affinchè le emissioni globali diminuiscano di almeno il 50% rispetto ai livelli del 2020 entro il 2030, raggiungendo lo zero netto entro il 2050 o prima. Più precisamente detti Enti non Statali devono allineare le loro politiche esterne e gli sforzi facendo pressioni per un’azione positiva per il clima e non fare lobby contro di essa.
I crediti di carbonio che presentano alta integrità nei mercati volontari dovrebbero essere utilizzati al di là della mitigazione della catena del valore, ma non possono essere conteggiati nelle riduzioni provvisorie delle emissioni di Enti non Statali richieste dal proprio percorso verso lo zero netto.
I crediti di carbonio ad alta integrità sono un meccanismo per facilitare il sostegno finanziario tanto necessario alla decarbonizzazione delle economie dei paesi in via di sviluppo. Con l’elaborazione di linee guida sulle migliori pratiche, gli Enti non Statali che raggiungono i loro obiettivi intermedi sul percorso dello zero netto sono fortemente incoraggiati a bilanciare il resto delle loro emissioni annuali costanti acquistando crediti di carbonio ad alta integrità.
Un credito di carbonio di alta qualità dovrebbe, come minimo, soddisfare i criteri di addizionalità (ossia l’attività di mitigazione non sarebbe avvenuta senza l’incentivo creato dai ricavi del credito di carbonio) e di permanenza.
I piani di transizione zero netto, completi e attuabili, vanno pubblicati per indicare le azioni che saranno intraprese per raggiungere tutti gli obiettivi, nonché allineare la governance e le strutture di incentivi, le spese in conto capitale, la ricerca e sviluppo, le competenze e lo sviluppo delle risorse umane e advocacy, sostenendo anche una transizione giusta.
I piani di transizione dovrebbero essere aggiornati ogni cinque anni e i progressi dovrebbero essere comunicati annualmente. Comprendono i dati sui gas a effetto serra, gli obiettivi zero netto e i piani e i progressi verso il raggiungimento di tali obiettivi e altre informazioni pertinenti rispetto alla loro linea di base insieme a dati comparabili per consentire un monitoraggio efficace dei progressi verso i propri obiettivi zero netti. Questi dati devono avere un formato standardizzato e aperto e tramite piattaforme pubbliche che alimentano il portale di azione globale per il clima dell’UNFCCC per affrontare lacune di dati, incongruenze e inaccessibilità che rallentano l’azione per il clima.
Tutti gli impegni zero netti dovrebbero includere obiettivi specifici volti a porre fine all’uso e/o al sostegno dei combustibili fossili.
La transizione dai combustibili fossili deve essere riservata alle comunità colpite, ai lavoratori e a tutti i consumatori per garantire l’accesso all’energia ed evitare il trasferimento di risorse di combustibili fossili a nuovi proprietari.
La transizione dai combustibili fossili deve essere accompagnata da una transizione interamente finanziata verso le energie rinnovabili.
Nell’ambito dei loro piani zero netti, gli Enti non Statali con standard concreti per l’uso del suolo devono realizzare e mantenere operazioni e catene di approvvigionamento che evitino la conversione degli ecosistemi naturali rimanenti, eliminando la deforestazione e la perdita di torbiere al più tardi entro il 2025, e la conversione di altri ecosistemi naturali rimanenti entro il 2030.
Le istituzioni finanziarie dovrebbero adottare una politica di non investimento o finanziamento di imprese legate alla deforestazion, eliminando anche le materie prime agricole ottenute da terreni deforestati illegalmente, entro il 2025, come parte dei loro piani zero netti.
Per raggiungere lo zero netto a livello globale, garantendo al contempo una transizione giusta e uno sviluppo sostenibile, è necessario un nuovo accordo per lo sviluppo che includa istituzioni finanziarie e società multinazionali che lavorano con i governi, le banche multilaterali di sviluppo e le istituzioni finanziarie per lo sviluppo, evitando di assumerne il rischio e impostare obiettivi di ripposizionare gli investimenti nella transizione verso l’energia pulita nei paesi in via di sviluppo.
Al fine di garantire rigore, coerenza e competitività, le autorità di regolamentazione dovrebbero sviluppare normative e standard in settori quali impegni netti zero, piani di transizione e divulgazione, a partire dalle società emittenti ad alto impatto, comprese le imprese private e statali e le istituzioni finanziarie.
La sfida dei regimi regolamentari frammentati dovrebbe essere affrontata lanciando una nuova Task Force sulla regolamentazione dello zero netto che convoca una comunità di regolatori ed esperti internazionali per lavorare insieme verso lo zero netto.